LA RIFORMA TRIBUTARIA DELL’ARS – Documento per l’Assemblea Nazionale del 7 giugno 2015

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8 risposte

  1. Massimo Bernetti ha detto:

    Se si attuasse questa riforma dovremmo prepararci ad un attacco atomico americano

  2. Ferrara Maurizio ha detto:

    A mio modesto avviso occorrerebbe inserire qualche rigo sulla giustizia tributaria, oggi sappiamo essere svolta in economia. Il giudice, come quello ordinario, dovrebbe essere un giudice effettivamente terzo, il processo dovrebbe essere sufficientemente garantista con una procedura più articolata ed istituzionalizzare il principio della soccombenza. Infine, qualora la lite si chiudesse in fase amministrativa prima del processo, occorrerebbe prevedere un lrincipio di risarcimento danni per errori dell’ufficio.

  3. Osvaldo Leone ha detto:

    f. Abolizione tributi per servizi.

    Al posto di: “Un’altra tendenza che dovrà essere invertita sarà quella di istituire o aumentare le tasse sull’erogazione di servizi pubblici.
    In quest’ottica andranno aboliti le seguenti imposte e tributi:”

    propongo la seguente modifica:

    “Un’altra tendenza che dovrà essere invertita sarà quella sulla istituzione o aumento di tasse sull’erogazione di servizi pubblici.
    In quest’ottica andranno se possibile aboliti o quanto meno revisionati le seguenti imposte e tributi:”

    • Gianluigi Leone ha detto:

      Favorevole all’emendamento. Prudenza ed esperienza suggeriscono un approccio meno netto, e più empirico.

  4. Enrico Bonfatti ha detto:

    Un’osservazione sull’esempio di utilizzo delle imposte indirette per incentivare / disincentivare determinate abitudini di consumo, in questo caso l’uso dell’auto: c’è ormai un’unanimità di pareri sul fatto che l’uso dell’auto è disincentivato dall’aumento delle spese variabili e non dall’aumento di quelle fisse come il bollo; anzi, chi più paga per l’acquisto e l’utilizzo di un’automobile è quello meno propenso a lasciarla in garage, proprio per il fatto che a quel punto l’incidenza sulla spesa complessiva del costo marginale degli utilizzi si riduce. La cosa migliore è quindi quella di tassare comunque i carburanti, che sono la spesa che spesso viene maggiormente percepita da chi usa l’automobile, magari istitutendo una “tassa di scopo” che obblighi a utilizzarne i proventi per promuovere mezzi di trasporto alternativi. Se si volesse utilizzare il bollo auto come leva per modificare le abitudini dispostamento degli italiani si dovrebbe istituire un “bollo chilometrico”, ma non so se la cosa è fattibile dal punto di vista giuridico, almeno non fino a che il bollo sarà una tassa sulla proprietà dell’auto, come mi pare sia ora.

    • Alberto Terra ha detto:

      Condivido la riflessione di Enrico Bonfatti riguardo al Bollo auto. Ritengo però oppurtuno ricordare che l’eventuale aumento delle accise sui carburanti dovrebbe essere attuato solemente dopo aver migliorato enormemente le prestazioni dei servizi di trasporto pubblico.

  5. Alberto Terra ha detto:

    Riguardo la parte delle PROPOSTE relativa alle Pre-condizioni necessarie, ho ritenuto opportuno fare una piccola modifica ed alcune aggiunte ai punti (B) ed (E). Le riporto di seguito per evere un vostro parere; faccio presente che, per rendere più agevole la lettura, le parti che ho aggiunto o modificato sono messe tra virgolette.
    (B). Pieno recupero in capo al Governo della Repubblica Italiana della “Sovranità” monetaria.
    Per il buon governo dei conti pubblici la leva fiscale deve essere impugnata assieme a quella monetaria, ed è per questo motivo che dovrà essere inequivocabilmente abbandonata l’ideologia che vuole l’indipendenza della politica monetaria dall’esecutivo.
    Il governo politico dovrà ritrovare la piena capacità di poter emettere “ la propia” moneta attraverso la Banca D’Italia e dovrà ripristinarsi lo strumento dello scoperto di c/c intestato al Ministero del Tesoro presso la banca centrale italiana. “Inoltre, si dovranno ripristinare il diritto dello stato italiano di determinare il tasso d’interesso dei titoli di pubblici emessi e l’obbligo della Banca D’Italia di acquistare tutti i titoli di stato rimasti invenduti sul mercato ( cioè, tornare ai meccanismi di debito pubblico operanti in Italia prima del 1981, anno in cui è avvenuto il famigerato divorzio tra Ministero del Tesoro e Banca D’Italia)”.
    (E). Abbandono dell’ideologia della banca universale e ritorno al sistema bancario nazionale e prevalentemente pubblico.
    Un sistema bancario al servizio della collettività nazionale, che finanzi la crescita e lo sviluppo in maniera equilibrata, deve per forza di cose tornare ad essere prevalentemente pubblico ed operare solo in ambito nazionale. “ In particolare la Banca d’Italia dovrà tornare ad essere, nella definizione e nei fatti, un ente totalmente pubblico”.
    Il progetto fallimentare della banca universale deve, per la seconda – e speriamo ultima – volta nella storia, essere abbandonato. L’esercizio del credito deve essere separato da tutte le altre attività finanziarie, che in un sistema di repressione della rendita finanziaria saranno ovviamente anche ridimensionate.
    ASPETTO VOSTRI COMMENTI ED OPINIONI SUGLI EMENDAMENTI APPORTATI.

  6. Lorenzo D'Onofrio ha detto:

    N.B. Comunico che il Direttivo ha deciso di prorogare di 2 giorni il termine per la proposizione degli emendamenti, che scadrà quindi mercoledì 21 maggio.

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