DOCUMENTO DELL’ARS SULL’IMMIGRAZIONE – Documento per l’Assemblea Nazionale del 7 giugno 2015

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14 risposte

  1. Gian Federico ha detto:

    Punto 5 (legato al punto 9 per la richiesta di cittadinanza): i centri di accoglienza ed i comuni che ospitano gli immigrati dovranno predisporre corsi di lingua e cultura italiana ad un livello minimo pari a quello della scuola dell’obbligo. Questo per poter facilitare l’integrazione ed offrire all’immigrato regolare la possibilità di qualificarsi in Italia iniziando percorsi di formazione o quale requisito per il proseguimento degli studi previo il riconoscimento dei titoli accademici.

    Punto 9: ometterei – che abbia superato un serio esame di diritto costituzionale – mi atterrei ad un serio esame di lingua e cultura italiana nella quale inserirei nozioni di diritto costituzionale. Questo perché questo parametro mi sembra troppo rigido e vincolante in considerazione del fatto che il cittadino medio non conosce il diritto costituzionale se non nella forma di qualche nozione acquisita durante la scuola superiore.

    Osservazione sul punto 6 prima parte: riguardo alle attività della Guardia Costiera, aggiungerei a “valorizzate e potenziate” anche “semplificate o specializzate”.

    Questo in memoria della mia esperienza in tale corpo militare e tutt’ora riservista come uff.le, perchè, attualmente le Capitanerie di Porto con la fondamentale funzione di Guardia Costiera dipendono da ben 8 ministeri (non ho fatto l’elenco per non essere troppo prolisso) e dal dipartimento di protezione civile.

    Tutto ciò comporta una dispersione di mezzi e uomini dalle attività primarie (ricerca e soccorso, difesa, sicurezza, controllo sofisticazione cibi, ecc.) a quelle secondarie, attività di puri adempimenti burocratici per le trasmissioni di competenza o che non dovrebbero, a parere mio, essere di competenza della GC, come il trasporto di carcasse di mammiferi marini seguita dalla ricerca di enti o strutture disposti ad accoglierle utilizzandoli per lo studio).

    Per questo propongo i termini “semplificazione” se per alcune cose se ne occupano direttamente altri enti (ad es. la motorizzazione potrebbe occuparsi di patenti nautiche e degli esami per le iscrizioni ai registri della “gente di mare”) o “specializzate” se vengono direttamente suddivisi i compiti primari e secondari e quelli per i quali, in taluni casi, possa essere impiegato anche personale civile.

    • Gianluigi Leone ha detto:

      Favorevole all’aggiunta del termine “semplificare” sicché la nuova formulazione diverrebbe:

      “6. Si dovrà valorizzare, semplificare e potenziare la Guardia Costiera affidandole il monopolio delle funzioni di intelligence e pattugliamento in mare.”

  2. Nicola Violetta ha detto:

    Non se sia oggettivamente fattibile, ma nel caso riterrei utile stabilire dei limiti fisici, variabili da zona a zona, dei valori limite alla densità di abitanti per km^2, considerando soprattutto l’impatto in termini abitativi (consumo del suolo)

    • stefanodandrea ha detto:

      Grazie Nicola.
      Direi che l’indicazione di un numero di percentuale si addice più a un provvedimento del Consiglio dei Ministri che a un documento politico, che deve esprimere i principi. Il principio lo abbiamo espresso dove abbiamo scritto: “La portata dei flussi migratori deve essere determinata annualmente tenendo conto…, dei problemi connessi all’adeguamento del livello dei servizi (tecnici, sociali, infrastrutturali)…”.

  3. Francesco Quaranta ha detto:

    Sul punto 9 suggerirei che l’esame oltre che di lingua sia anche di letteratura e storia, se vogliamo che il neoitaliano condivida realmente le basi della nostra cultura e identità.
    Per quello che riguarda i criteri degli ingressi, non si potrebbe aggiungere quello della maggiore o minore “compatibilità di provenienza”, come sembra abbiano fatto in Svizzera, nel senso che un romeno o un peruviano sono più compatibili con l’identità italiana di un marocchino e di un cinese? Ed ancora perché non aggiungere o sostituire al concetto di integrazione del punto 2 quello di assimilazione, come obiettivo di lungo periodo?

  4. Giovanna Glionna ha detto:

    “Esternalità negative elevate in termini di spesa pubblica, inoltre, sono connesse al fenomeno immigratorio, e l’illusione di prospettiva del presunto sostegno dei contributi degli immigrati al sistema previdenziale è data dal fatto che siamo nei primi anni di anzianità contributiva dei medesimi. Quando otterranno il diritto alle prestazioni graveranno pesantemente sul sistema.”
    Questa parte a me non pare chiara.

  5. Alberto Terra ha detto:

    Nella parte che parla della POPOLAZIONE CARCERARIA STRANIERA sotituirei la parola “contraddizioni” con la parola “problematiche”, così:
    “Una società neoliberista, organizzata sui processi di atomizzazione, di separazione e di diseguaglianza, finisce per etnicizzare le problematiche sociali al punto che, per un immigrato irregolare, l’unica rete di riferimento è spesso quella della microcriminalità.”
    Nella parte PROFILO DI CITTADINANZA sostiuirei la parola “ideali” con le parole “principi e valori”, così:
    ” Il cittadino italiano è tale in quanto appartenente allo Stato costituzionale, ne condivide i principi e valori democratici…”
    Modificherei la PARTE 1 delle PROPOSTE per specificare meglio alcuni concetti, così:
    “Agli immigrati regolarizzati per ragioni umanitarie va riconosciuto lo stesso livello di prestazioni (sociali e sanitarie) destinato ai cittadini. Tuttavia l’impegno solidaristico non include il loro diritto al lavoro del quale, per l’articolo 4 della Costituzione, sono titolari i soli cittadini, in quanto destinatari delle sovrane politiche di piena occupazione. Agli immigrati economici con regolare permesso di soggiorno vanno, naturalmente, riconosciute le stesse retribuzioni, garanzie e tutele lavorative dei cittadini italiani.”
    Modificherei anche la PARTE 3 per le stesse motivazioni, così:
    ” Nelle attuali fasi di crisi, al fine di promuovere e difendere i diritti dei lavoratori italiani sarà necessario limitare il fenomeno immigratorio di natura economica. Saranno agevolati i ricongiungimenti familiari, qualora il richiedente dimostri di avere uno stabile reddito minimo e di poter accogliere adeguatamente la famiglia.”
    Ho modIficato anche la PARTE 5, così:
    ” Immigrazione irregolare: l’ospitalità deve garantire e soddisfare i bisogni essenziali degli ospiti rispettando un standard qualitativo di eccelllenza…”
    ” Sarà prevista l’introduzione sia di sanzioni pecuniarie onerose (decine di migliaia di euro) sia di sanzioni penali a carico di chiunque commissioni lavoro ad immigrati irregolari o conceda in locazione immobili a questi ultimi. Lo straniero regolare che violi i suddetti divieti verrà anche espulso.”

  6. Luca Cancelliere ha detto:

    Sulle esternalità negative non riguardanti la previdenza, basta guardarsi la percentuale degli stranieri sulla popolazione carceraria, o quanto costano agli Enti Locali (vedansi bilanci dei medesimi) o parlare con qualche ufficiale dei Carabinieri o dirigente della Polizia di Stato, o con qualche magistrato (o vedere le statistiche sui reati). In privato ti dicono brutalmente come vanno le cose, mentre in pubblico devono essere molto più cauti perchè il politicamente corretto non consente loro di dire come stanno le cose. Ma le statistiche restano. Sulle esternalità negative nell’ambito della pubblica istruzione, non ho ancora avuto modo di approfondire ma so che in alcune province sono pesantissime in termini di didattica, oltre che finanziarie, e a breve saprò riferire. Ma torniamo alla previdenza. L’INPS ha anche avviato gigantesche indagini su tutto il territorio nazionale sull’abuso di prestazioni (a sostegno del redito e pensionistico, di natura previdenziale o assistenziale) da parte di parenti di immigrati basate sulla falsa attestazione della residenza. Come del resto è ovvio che nella fase iniziale in cui in un sistema previdenziale entrano nuovi assicurati apparentemente le entrate aumentino, salvo poi doversi riscontrare un aumento delle spese che è fisiologico ma che nel caso degli immigrati, aumenterà in proporzione geometrica causa l’estensione dei benefici a tutto il clan familiare. Quanto al fatto che i contributi di chi ritornerà chi lo ha scritto ignora l’istituto della totalizzazione estera, che riguarda ormai, sulla base del regolamento UE e delle convenzioni internazionali, tutti i 27 paesi UE e tutti i paesi legati all’Italia da flussi rilevanti migratori in entrata e in uscita (tutti i paesi del continente americano, tutti i paesi del Mediterraneo, i principali paesi dell’Africa nera, del Medio Oriente e dell’Asia, persino la piccola Capoverde!: alla fine restano fuori praticamente pochi paesi africani e asiatici, la cui rilevanza statistica nei flussi migratori con l’Italia è nulla). Anche brevi periodi (52 mesi, cioè un anno) possono essere totalizzati, cioè valorizzati, a spese dell’INPS con il sistema del “pro rata”. So che alcuni scrivono che i contributi degli immigrati vanno persi, ma questo in base alla normativa previdenziale sopra richiamata è falso.

    • Alessandra Macchioni ha detto:

      Accade anche che la maggioranza degli extracomunitari che lavorano in Italia, dichiarando il falso, (ne ho le prove perche’ succede nell’azienda dove lavoro), ottiene le detrazioni per famigliari a carico(moglie e figli), anche se questi non risiedono in Italia..e questo succede perche’ il datore di lavoro non puo’ pretendere uno stato di famiglia delrichiedente le detrazioni, ma si deve fidare dell’autocertificazione del dipendente, e questo, a detta del professionista che ci fa le paghe, ed anche del lavoratore che lavora da noi, succede dappertutto..questo invece non dovrebbe succedere..quindi si dovrebbe pretendere, per questi casi sempre lo stato di famiglia, dando mandato al datore di lavoro di verificare tutto cio’.

  7. Luca Cancelliere ha detto:

    Al punto 1 metterei: “la Repubblica Italiana garantisce ai propri cittadini la preferenza nazionale nell’assegnazione dei posti di lavoro rispetto ai cittadini stranieri”: Poi farei alcune modifiche al punto 9. Porrei come limite minimo di anni di residenza legale in Italia per chiedere la cittadinanza non 10, ma almeno 20 anni. Non possiamo regalare la cittadinanza dopo un periodo così breve. L’ultima frase la modificherei in questo senso. Anzichè “che non abbia riportato sentenze penali di condanna. In caso contrario, la concessione della cittadinanza sarà sospesa fino all’eventuale annullamento della sentenza”, direi “che non abbia riportato sentenze di condanna e non abbia procedimenti penali in corso nel paese di provenienza o in Italia”, eliminando l’ultima parte perchè l’assenza di condanne o procedimenti penali è tecnicamente un requisito della domanda stessa.

  8. Luca Mancini ha detto:

    Favorevole all’aggiunta del termine “semplificare” al punto 6, come proposto dal socio Gian Federico e come specificato da Gianluigi Leone.
    Favorevole, inoltre, alla modifica del punto 9, sempre come proposto da Gian Federico e, parzialmente, anche da Francesco Quaranta. Mi atterrei anch’io ad un serio esame di lingua e cultura italiana (storia, letteratura etc.) con l’aggiunta di elementi di diritto costituzionale.

  9. enrico ha detto:

    Mi sembrava di avere lasciato un paio di commenti qui e che fossero stati pubblicati. Non li vedo più. Qualcuno sa dirmi che fine hanno fatto?

  10. Giuseppe ha detto:

    Al punto 9:

    – che rinunci esplicitamente a nazionalità e cittadinanze altre

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