GIOCHI E SCOMMESSE – Documento per l’assemblea nazionale dell’ARS-FSI (5 GIUGNO 2016)

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6 risposte

  1. Alessandro Badii ha detto:

    Sono a favore di tutta l’analisi, ma credo che il divieto assoluto di scommesse on-line sia di difficile applicazione sia in termini tecnici che economici per il costo e la difficoltà di controllare questo settore.
    Meglio una concessione controllata dallo Stato per la gestione delle scommesse on-line e tutta una legislazione che permetta il controllo rispetto al rischio di ludopatie.

    • Gennaro De Vita ha detto:

      Penso che non ci sia alcuna difficoltà tecnica. Tutte le scommesse,anche quelle eseguite in contanti presso le agenzie, per legge, passano ,on-line, attraverso l’AMS. Questo fa si che lo stato abbia in ogni momento (o almeno dovrebbe) avere sotto controllo tutta la movimentazione di danaro. Senza la rete, il controllo sarebbe molto più arduo. A mio avviso è stato proprio il miglioramento delle funzioni di controllo a far debordare il fenomeno.La modalità tutto on-line, ha in teoria ridotto il fenomeno delle scommesse clandestine, favorendo le casse dello stato. Non rinnovando le concessioni , andrebbero a scadenza e quindi a chiusura programmata. Il punto,secondo me, è un altro : siamo sicuri che il proibizionismo non porti alla ribalta vecchie ma anche nuove associazioni criminali fondate sulla gestione del gioco clandestino? Si può certamente intervenire con il sequestro di cani o galli da combattimento oppure fermando incontri di boxe clandestini ma non si può eliminare tutto lo sport. Sono inoltre dell’idea che per chi è malato di gioco non faccia alcuna differenza tra casa e agenzia (anche clandestina); anzi, per certi versi l’agenzia è meglio per mantenere l’anonimato in quanto quest’ultima tende sempre a pagare in contante per evitare l’accumulo dello stesso in cassa (ovviamente fino ad un certo limite).Resta poi la questione degli ippodromi e dei casinò. Una volta avevano la funzione di “svuotare” un po’ le tasche dei ricchi, di quelli che accumulavano troppo e che non sentivano il bisogno di redistribuire ricchezza. Con il passare del tempo si sono svuotati sempre più di “ricchi” e si sono riempiti di poveri. Con i nuovi metodi di scommessa gli ippodromi potrebbero anche chiudere ma i casinò , soprattutto con le super tecnologiche slot machines hanno incrementato le loro entrate.Penso che comunque il fenomeno scommesse su eventi sportivi sia solo una parte del problema ; l’altro si chiama lotteria istantanea o “gratta e vinci” . Se non togli questi dalla circolazione puoi anche togliere tutte le scommesse che vuoi senza risolvere comunque il problema, perché se togli la possibilità alla nonnina di giocare alla slot machine o al tecnico di fare una puntata mirata su una determinata squadra, si farà anche a botte per accaparrarsi l’ultimo grattino rimasto.

    • stefano ha detto:

      Ciao Alessandro, grazie per il commento. In effetti, per questioni tecniche intuibili rendere effettivo il divieto del gioco on line è molto difficile. Tuttavia, il gioco on line è anche il più pericoloso (per iminorenni, ad esempio) proprio perche il meno controllabile. Per questo, nel lungo periodo, uno Stato che abbia riconcquistato la sovranità non può non perseguirlo. Molti Stati già vietano il gioco on line (Stati Uniti, ad esempio); alcune piattaforme di gioco non consentono l’accesso ai potenziali giocatori che vivono in paesi con restrizioni (nonostante le piattaforme siano situate in paesi che non hanno limitazioni). Certo, una sacca di gioco illegale esisterà sempre; così come esistono le bische clandetstine esisterà il modo di aggirare il divieto di gioco on line ma questo non vuol dire che non si debba punire vietarlo e punirlo. Pur se ineliminabile renderne molto più difficile l’accesso rientra nell’obiettivo di perseguire una politica ch volta a ridurre le occasioni di gioco e a ricondurre il fenomeno entro limiti contenuti, “fisiologici”, direi! Nel breve periodo si potrebbe imporre ai concessionari il dominio .it e controllarli in modo adeguato, per fare in modo che non offrano occasioni di gioco “ulteriori” rispetto a quelle concesse ma nel lungo periodo l’obiettivo finale di riportare il gioco entro limiti accettabili passa anche e soprattutto attraverso il contrasto, quanto più possibile efficace, del gioco on line. Un caro saluto, Stefano.

      • Alessandro Badii ha detto:

        Ciao Stefano, grazie della risposta. Appunto per il fatto che è rischioso, soprattutto verso i minorenni, il gioco on-line per me va regolamentato in maniera restrittiva ma non abolito. Regolamentato in maniera restrittiva vuol dire con uno o pochissimi gestori (anche direttamente dallo Stato), accesso al gioco solo di maggiorenni (e questo si può fare tecnicamente se fai un controllo sulle impronte o visivo del giocatore), controllo della quantità di denaro utilizzato da ogni singolo giocatore (sulla base del reddito dichiarato). Se invece venisse abolito si lascerebbe ad hacker la possibilità di gestire questo fenomeno.
        Ma naturalmente questa è una critica tecnica al documento e quindi non è importante che, al momento, si abbiano tutte le soluzioni. Ovviamente sono d’accordo nella sostanza del documento e quindi sul controllo totale del gioco e delle scommesse. Attendo l’altro documento sui giochi ‘finanziari’ come le opzioni binarie e i derivati che secondo me stanno rovinando un’altra grande parte di italiani. Un saluto.

  2. Lorenzo D'Onofrio ha detto:

    Raggiungere gli obiettivi certamente non sarà semplice, ma uno Stato che abbia a cuore gli interessi dei propri cittadini ha il dovere di fare una scelta precisa. Del resto, per fare un esempio, la liberalizzazione delle scommesse sportive, in particolare di quelle calcistiche, non ha certo eliminato i fenomeni malavitosi e i condizionamenti delle gare che, almeno stando alle cronache giudiziarie, sembrano essersi moltiplicati.

  1. 5 Settembre 2016

    […] Malgrado normalmente l’espressione “giochi e scommesse” sia utilizzata come un’endiadi, il presente documento si occuperà principalmente della scommessa, intesa quale fenomeno specifico e distinto dal gioco. Questo costituisce, infatti, il presupposto di fatto della scommessa, intesa come l’atto col quale si assume un’obbligazione di eseguire una prestazione patrimoniale al verificarsi di un certo risultato del gioco, sul verificarsi del quale si è appunto scommesso3. Per effetto della scommessa si ha, quindi, uno spostamento patrimoniale connesso all’esito incerto di un gioco. La scommessa consiste, dunque, in una artificiale creazione di un rischio al verificarsi del quale uno degli scommettitori eseguirà la prestazione promessa4. […]

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