Intervento di Mattia Corsini all’Assemblea nazionale dell’ARS

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3 risposte

  1. Fabio Castellucci ha detto:

    Purtroppo non ho il contatto con il BRAVISSIMO Mattia Corsini, e spero che mi legga.
    MI rivolgo a LUI perchè SO con che impegno fa qualsiasi cosa e sono certo che stia facendo benissimo in ARS.

    In ogni caso chiedo agli amici comuni di parre a LUI questa dubbio.

    ARS (Associazione Riconquirestare la Sovranità) è una spelndida realtà CULTURALE.

    Sul piano POLITICO (voti, consenso, potenza elettorale, penetrazione nei media e nella popolazione acefala…) vale ZERO.
    NON è una colpa, è un fatto.
    1 italiano su centomila (FORSE!) ha mai sentito parlare di ARS e ha una MINIMA idea circa cosa proponga… e quell’UNO su centomila… non è neppure detto che sia d’accordo.

    In pratica… ARS è destinato alla MAGNIFICENZA CULTURALE E ALLA IRRILEVANZA POLITICA.

    a) Mattia e voi dell’ARS: siete consci di questo FATTO EVIDENTE E TANGIBILE?

    b) come pensate di convincere 20 milioni di elettori ad appoggiare e pretendere la realizzazione delle vostre sacrosante indicazioni (che io condivido al 10’000 percento… ma un po’ cpo0me condivido che “ci vorrebbe la Pace nel mondo”…

    c) sul piano POLITICO e del CONSENSO cr3edete di fondare un nuovo partito?
    O di usare gli esistenti? Oppure indicate la via della INSURREZIONE ARMATA CONTRO LA TIRANNIA GLOBALE DELLA FINANZA?

    Giuro in tutta sincerità che in quel che scrivo NON c’è un solo milligrammo di ostilità, o provocazione o voglia di sfottervi.

    Semplicememte con capisco a cosa ACCIDENTI serva la dimensione CULTURALE, se non si accetta il fatto che a questo mondo si cambiano i fatti se ci si impossessa della dimensione POLITICA.
    Con il voto o con le ARMI.
    Questo dice la STORIA, mica io che sono l’ultimo dei cazzoni!

  2. stefanodandrea ha detto:

    Caro Fabio,
    in attesa che Mattia legga il tuo commento e risponda, intervengo io.

    Un soggetto politico è una associazione (si chiami movimento o partito o fronte è indifferente) composta da un sufficiente numero di associati, da una organizzazione e da idee (analisi e proposte).
    Noi ci siamo posti l’obiettivo di costruire questo soggetto politico. Anzi abbiamo dichiarato, umilmente, che ciò che intendiamo costruire è una frazione di una futura alleanza sovranista.
    Per aggregarci avevamo bisogno di idee: analisi e proposte. Da lì perciò siamo partiti. Se tu dici che siamo una splendida realtà culturale vuol dire che apprezzi e anzi ammiri le nostre idee.
    Poi ci siamo dati una organizzazione, che, oltre alla normale gestione, ha un fine specifico: costruire il soggetto collettivo, ossia aggregare quel sufficiente numero di persone senza il quale un partito o movimento non può dirsi esistente nella realtà.
    Qual è questo numero sufficiente di persone? Quante persone dobbiamo aggregare per poter affermare che esistiamo?
    Te lo spiego così: si tratta del numero di persone: 1) idoneo a mobilitare alcune decine di migliaia di persone come è accaduto il 9 dicembre; 2) ma altresì capace di progettare una protesta o sollevazione che duri alcuni mesi e cresca col trascorrere di quei sei mesi; 3) che sia composto da uomini che nelle varie città in cui siamo presenti sappiano conquistarsi la fiducia delle persone che partecipano alla sollevazione. Compiuta l’azione e portato a termine il progetto, il partito pronto a candidarsi alle elezioni sarà pronto.

    Quella che ho sintetizzato nei tre punti sarà la prima azione politica che l’ARS (ma può darsi, anzi èprobabile, che il nome sarà diverso: l’ARS è l’associazione che ha per scopo la creazione di un soggetto politico sovranista) compirà quando sarà venuta ad esistenza, ossia quando avrà aggregato il numero di persone sufficienti a porre in essere l’azione.

    Fino a quando quel numero di persone non sarà stato aggregato, l’ARS (o il futuro partito o movimento) non può agire, perché non esiste ancora come soggetto politico collettivo. Fino ad allora agiscono i militanti e agiscono per aggregare nuovi soci. L’azione che svolgiamo è di invitare alla militanza, una militanza che per ora non si sostanzia nell’azione politica del soggetto, che ancora non esiste, bensì nell’azione volta a creare il soggetto.

    Avevamo calcolato circa un anno e mezzo fa che avremmo impiegato tre anni a raggiungere il numero di associati necessario a compiere la prima azione (che però sarà un’azione che inizia un progetto di sollevazione e non qualcosa di estemporaneo e confuso, destinato a spegnersi, come è accaduto all’azione degli organizzatori del movimento del 9 dicembre). Abbiamo davanti ancora un anno e mezzo (il tempo che ci eravamo dati scadrà nell’assemblea del maggio-giugno 2015). Per ora il ritmo delle adesioni ci soddisfa, sebbene, come è normale, in alcune regioni le cose vadano meglio e in altre più a rilento. Ancora di più siamo contenti della qualità dei militanti, qualità che ci fa credere che moltissimi di loro creeranno il gruppetto cittadino che è necessario costituire.

    I creatori sono pochi. Questo vale in tutti i campi della vita. Pochi sono anche i pazienti, ossia i forti. Il consumatore è impaziente (le carte di credito furono lanciate in inghilterra con lo slogan “togli l’attesa ai desideri”) e questa è la ragione per la quale tante persone non sanno nemmeno immaginare di partecipare a un progetto che ha una prima fase destinata a durare tre anni. Coloro che hanno fede in un progetto di tre anni e iniziano con amici che si contano sulla punta di una mano sono pochissimi. Ma ora molti hanno visto che abbiamo organizzato complessivamente una cinquantina di incontri cittadini (e altri si svolgono tra amici in privato) e quindi anche coloro che non si lanciano all’avventura ma ponderano le proprie scelte stanno cominciando ad iscriversi. Fino al 24 dicembre si erano iscritti, nel solo mese di dicembre, attraverso il sito, 23 nuovi soci. E pressoché ogni socio ha ormai amici e conoscenti che ci seguono, ci sono vicini e magari stanno per associarsi. E’ agevole capire come, proprio per la natura del nostro progetto, quelli che stanno entrando sono “i migliori” (tra coloro che ci conoscono, ovviamente).

    Quando esisti, farti conoscere in questo mondo mediatico è abbastanza semplice: i media sono stupidi, li attiri agevolmente. Quante persone conoscevano Calvani prima del 9 dicembre e quante lo conoscono oggi? Che poi Calvani non abbia la capacità di far lievitare il movimento che si è creato, questo dipende da sue qualità personali. Noi crediamo che in analoga situazione avremmo le capacità che a lui mancano. Il problema dunque non è come rivolgere un’offerta politica al pubblico, ossia alla domanda. Il problema è costruire l’offerta (uomini di valore e idee uniti in una efficiente organizzazione, in grado di marciare come un esercito disciplinato). E noi questo compito ci siamo prefissi.

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