« La Grecia deve sospendere unilateralmente il rimborso del suo debito »

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2 risposte

  1. tato tripodo ha detto:

    Gentile lettore,
    posto qui di seguito l’articolo di cui avevi postato solo il link.
    E’ auspicabile, anche per le prossime volte, esprimere un pensiero, il semplice link di rimando ad altro sito, non aiuta molto la discussione. Si dovrebbe almeno spiegare a cosa si riferisce il link.
    Alba

    Impiccato perchè indignato

    Cercherò di scrivere qualcosa di serio nel modo più semplice e possibile.
    Ci sono due cose che spaventano i ricchi
    1) che la loro ricchezza perda valore
    2) che non ci siano abbastanza poveri in circolazione

    le due paure son strettamente legate perché troppi ricchi in circolazione incidono sul valore della propria ricchezza.
    Dal punto di vista sociale, inoltre , tanto più i miei soldi necessitano all’altro tanto più il mio ruolo nel gioco delle parti diventa determinante.
    In queste poche righe,a mio avviso, si nasconde l’equilibrio della società in termini di benessere strutturale dei cittadini.
    Ora se tutti noi fossimo in grado di stamparci la moneta per uso quotidiano arriveremmo presto al caos ed al disordine sociale. Non ci sarebbe più ragione d’alzarsi al mattino presto per procurarsi un pezzo di pane; di contro anche chi fa il pane non avrebbe più ragione di farlo se non per se stesso lasciando gli altri digiuni.
    Tutto questo per dire che quando semplicisticamente s’afferma che il buon governo non deve essere concepito o influenzato dal mercato si afferma un principio di distruzione sociale. I mercati possono determinare il buon governo.
    I mercati esistono perché due soggetti cercano di ottenere un beneficio da uno scambio. Questo beneficio si misura in termini di soddisfazione. La soddisfazione del beneficio si compie solo se lo scambio si compie nelle prestazioni del dare ed avere. Tanto più esiste il rischio che una delle parti non adempia alla sua prestazione tanto più aumenta il rischio di insoddisfazione; per questo motivo nel meccanismo dello scambio usiamo assicurarci dal rischio con una possibile maggior rendita dell’operazione.
    Quando le parti in gioco sono due privati tutte le cause di condizionamento della transazione incidono nella sfera privata delle parti, quando invece una delle due parti è lo Stato,essendo lo stato tutti noi, le variabili nello scambio incideranno sulla soddisfazione od insoddisfazione di tutti noi.
    Qui entra in gioco la politica ed il politico più precisamente. L’aver attribuito i benefici sui costi di produzione della moneta ad un privato ed anche aver attribuito ad un privato il potere decisionale di immettere nuova moneta in circolazione ha condizionato negativamente la soddisfazione di coloro che vendono ad alto rischio perché non più in grado di gestire autonomamente questo rischio.
    Ora se avessimo seguito da sempre una politica di spesa del buon padre di famiglia che di solito non spende più di quanto guadagna probabilmente non ci troveremmo in condizione di chiedere un prestito per finanziare le nostre prospettive di soddisfazione sociale dettate dai servizi e dai guadagni.
    Ma poveri noi , ormai i giochi son fatti,quel denaro ci serve e minore è la capacità di restituzione maggiore è il rischio e maggiori sono le rendite che dovremmo attribuire alla controparte per il rischio corso. Ecco perché avere rinunciato al potere incondizionato di restituire il prestito,rinunciando al potere di stampare moneta, ha inciso negativamente sui nostri bilanci. Dietro a quanto scritto sopra si cela la parola spread che qualcuno c’ha detto che è un’invenzione che non interagisce con le nostre vite; niente di più falso come abbiamo visto.
    In sostanza non è in se e per se una mistificazione la politica del buon padre di famiglia,tant’è che se l’avessimo da sempre adottata oggi non ci troveremmo nella condizione di dover chiedere un prestito ulteriore per finanziarci; ma allo stato attuale non è neppure una mistificazione l’attribuire alla perdita di sovranità monetaria gran parte delle nostre insoddisfazioni attuali.
    Ogni logica riflessione la lascio alle considerazioni finali di chi legge e magari di chi potrebbe rinegoziare le regole che riguardano la vita di tutti noi.

  2. tato tripodo ha detto:

    giusto chiedo scusa

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